Mario Crosta se n’è andato sottovoce, lasciando un vuoto improvviso e incolmabile
I lettori di Lavinium conosceranno sicuramente Mario Crosta per i suoi straordinari contributi in alcune rubriche della nostra rivista; le sue recensioni di vini provenienti da Polonia, Romania, Ungheria, Georgia, Armenia, Cile, Argentina, Azerbaijan, Israele, Libano, Moldavia, Moldova, Grecia, Inghilterra, Spagna, Portogallo e mille altri luoghi nel mondo, le ricette abbinate ai vini, ogni cosa scritta in modo meticoloso, con una cura per il particolare che oggi è patrimonio di pochissimi rispetto a un mondo che corre sempre più e si limita alla superficie delle cose.
Ebbene Mario, che per ragioni complesse che non sto a raccontarvi ha dovuto cambiare nome in Rolando Marcodini, ha continuato a firmare i suoi articoli e continuerà a farlo fino a dicembre, perché sapeva di doversi curare per un lungo periodo e, per non creare problemi a Lavinium (!), ha voluto mandarmi tutto quello che aveva già prodotto per coprire i mesi successivi.
Sembrava se lo sentisse, eppure un paio di settimane fa mi ha telefonato per tranquillizzarmi poiché non lo sentivo da un po’, riferendomi che aveva solo dovuto fare dei cicli di terapia più ravvicinati e che sarebbe tornato presto attivo; invece ci ha lasciato, in silenzio, non ho avuto neanche modo di salutarlo, di mandargli un abbraccio virtuale.
Sì, era cardiopatico, ma non lo dava a intendere in alcun modo, tanta era la sua passione e il suo attaccamento alla vita, vita che ha deciso di abbandonarlo, lasciando la sua amata moglie Agata.
Io e gli amici a lui cari sapevamo che quei cicli terapici sempre più frequenti che lo costringevano a lunghi periodi in ospedale non erano un buon segno, ma lui minimizzava sempre, come a volerci proteggere dall’inevitabile. Per anni mi ha raccontato che il vino aveva contribuito a fargli recuperare la funzionalità del cuore, tanto che il cardiologo lo considerava un miracolato, infatti la dieta e un bicchiere di vino a pasto facevano ormai parte delle sue abitudini.
Fino a qualche mese fa, in cui evidentemente è peggiorato e ha dovuto smettere di bere.
Non era persona che si risparmiava, sembrava avere la vitalità di un ventenne, forse perché sapeva che non sarebbe riuscito a vivere a lungo, si infervorava quando si parlava di politica, come di vino, era profondamente deluso da certe esperienze vissute negli ultimi anni in alcuni dei territori a lui più cari, deluso da persone che lo avevano illuso e che poi si erano rivelate meschine.
Mi mancherai tantissimo Mario, non sono pronto alla tua perdita, comunque inattesa, avevo davvero creduto alle tue parole e non vedevo l’ora di risentirti. Mi restano solo i tuoi articoli, che fra poco più di un mese finiranno, e il ricordo di una persona davvero speciale, con dei valori profondi, di cui il mondo odierno avrebbe davvero bisogno. Che la terra ti sia lieve, un abbraccio sincero da me e da tutta la redazione.
Roberto Giuliani