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Le sfide e le ricompense coltivando il Petit Verdot

Linville Falls Winery

Dei vitigni che possono comporre il blend di Bordeaux, il Petit Verdot sembra avere un minor numero di fans. La sua tardiva maturazione e carica tannica non lo rendono attraente; come un attore non protagonista, è stato quasi sempre voluto per aumentare il colore ed il corpo del vino.
Il “climate change” gli sta offrendo nuove possibilità di crescita e di utilizzo, sfidando viticoltori ed enologi a coltivarlo e lavorarlo come merita.
Mi sono imbattuta in un Petit Verdot wine tasting durante la mia visita alla Linville Falls Winery in North Carolina, con la curiosità di esplorare anche la vinificazione in purezza di quest’uva.

Linville Falls Winery

Avevo già avuto modo di appurare che in Napa Valley, seppur in piccola parte, il Petit Verdot viene allevato per produrre vini monovarietali. Ma l’ambiente pedoclimatico è più favorevole: abbondanti giornate di sole che giovano alla maturazione tardiva di questo vitigno.
Contribuiscono anche i terreni argillosi profondi e ben drenati, oltre all’esperienza e alla lungimiranza del viticoltore attento ai dettagli, dalla vigna alla vinificazione.
Eh sì! Si deve prestare grande attenzione all’estrazione, altrimenti il vino potrebbe risultare poco elegante, grossolano e tannico.
In Virginia il Petit Verdot ha una presenza più forte, preceduto solo dal Cabernet Franc e Merlot, prodotti in più alte quantità. C’è da chiedersi: cosa lo rende una scelta convincente? Ebbene, l’uva stessa sembra rispondere molto bene in questo terroir poiché la maturazione della polpa e dei vinaccioli avviene senza sforzi.

Linville Falls Winery

I viticoltori della Virginia e del North Carolina stanno scoprendo che i clienti affezionati ai loro vini di base, sono disposti a fare qualche salto “più selvaggio” verso un progetto di passione, che mostra lo spirito avventuroso della cantina; una possibilità di educare e differenziarsi.
Una risposta convincente arriva proprio dal wine tasting del Petit Verdot 2021 Linville Falls Winery. Nel calice mostra un colore rubino profondo e intenso. Profumi di violette, more e ciliegie scure, che ritornano fedelmente al palato, combinandosi con tannini non aggressivi e piacevoli note pepate nel finale. Percezioni di carattere, che non lasciano dubbi sulla decisione di vinificazione in purezza del Petit Verdot.
Mi piace concludere questo breve articolo con qualche interessante notizia riguardo la Linville Falls Winery, protagonista nell’Appalachian High Country AVA del North Carolina, dove la combinazione di clima, suolo, luce solare, topografia e altri fattori conferiscono all’uva e al vino caratteristiche uniche per la loro posizione.

Petit Verdot 2021 Linville Falls Winery

Ad un’altitudine di 3.200 feet, le viti sono ben allevate dalla famiglia Wiseman.
Il Riesling rappresenta il vanto della loro produzione, che comprende altresì una serie di ibridi franco-americani: Seyval Blanc, Vidal Blanc, Noiret, Petit Verdot, Marquette, Marechal Foch.
Nella Farm di circa 40 acri si coltivano anche mirtilli, more, lamponi, mele, zucche, mais e abeti.
Jack Wiseman è ancora al timone della Linville Falls Winery, con la gioia di trasmettere questa eredità ai suoi nipoti, sempre più coinvolti dalla sua passione per la viticoltura.
Da giovane ha avuto modo di trascorrere del tempo in California imparando molto riguardo la vinificazione. Tornato sulle Blue Ridge Mountains, ha iniziato a coltivare Fraser Fir Christmas Trees (abeti) intuendo come questa zona d’alta collina potesse far prosperate anche le sue viti.
La proprietà è davvero molto bella.

Red Barn
Il Red Barn (fienile rosso)

È possibile esplorare i vigneti in libertà, accomodarsi in terrazza per una degustazione o rilassarsi in giardino davanti al Red Barn.
Al centro della conversazione con Linda e Jack: la cultura del vino, le esperienze di viaggio, i confronti dei territori e delle diverse vinificazioni.
È stata davvero una stimolante esperienza, da raccontare con piacere anche a seguito della degustazione serale del loro Petit Verdot.
Thank you so much.

Rachele Bernardo

Rachele Bernardo

Mi presento, sono Rachele Bernardo, annata 1968, ribelle quanto ME. La passione per la scrittura risale agli spensierati anni giovanili, tuttavia sono stati le esperienze di vita all'estero e gli approfondimenti della cultura enogastronomica ad accrescerne l'importanza e il ruolo nella mia vita. Sono nata in Italia, nella città di Napoli e il mio carattere "vesuviano" ha sempre nutrito le mie emozioni forti e vulcaniche. Lasciando che la curiosità si trasformasse in specifica attenzione per tutto ciò che concerne il wine & food, sono diventata Sommelier e Degustatrice AIS. Collaboro con riviste enogastronomiche del web, blog e con AIS Campania. Da molti anni abito tra due continenti: Europa e America, mischio lingue e culture: le bellezze dei luoghi, che amo catturare in foto, diventano musicali sottofondi su cui scrivo melodiosamente "Emozioni in parole", titolo del mio primo libro.

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