Una doverosa premessa per presentarvi Angelica Montagna, giornalista veneta di lunga esperienza, che ha collaborato con numerose testate locali e regionali, con RAI 1 (Programmi dell’Accesso) e RAI 3 (Cominciamo Bene), ha svolto il ruolo di capo-redattore presso ReteVeneta, ha realizzato numerosi documentari, interviste, reportage all’estero con le truppe americane di stanza alla Caserma Ederle di Vicenza, scrittrice di romanzi è stata vincitore assoluto del premio nazionale CERCASI AUTORE nel 2000, indetto dalla casa editrice Taurus di Aldo Mosnja con il romanzo “Il Canto delle Rane”, ha ottenuto il secondo Premio all’Elsa Morante di Roma con il racconto breve “Il Colore Rosso” e la pubblicazione in numerose antologie. Attualmente è free-lance e sta per trasferirsi negli States. Questo è il suo primo contributo per Lavinium, un’intervista in due parti dedicata ad una interessante realtà produttiva abruzzese. Un caldo benvenuto da tutta la redazione, con l’augurio di una proficua e duratura collaborazione.
Un luogo che sembra uscito da una cartolina. Un connubio perfetto fra l’azzurro del mare ed il verde della montagna, dove l’odore del vino completa un quadro stupendo, tutto da vivere e da raccontare. Ed una visita alla ► Collefrisio di Frisa in provincia di Chieti, una cantina che sembra un tutt’uno con la natura circostante. Un ideale prolungamento dei filari, che vanno ad infrangersi come onde del mare in una terrazza enorme, alla quale si accede grazie a pareti di vetro. Alla Collefrisio nulla della natura viene perso, nemmeno gli odori che d’estate invadono naso e palato. Una sorta di generosità verso uno scenario quasi irripetibile, la voglia di un rapporto trasparente con quanto è stato offerto, come se il tempo si fosse fermato un centinaio di anni fa. Una sorta di glasnost che diventa mission aziendale di chi ha voluto creare una cantina nuova, grazie ad un lavoro tramandato da generazioni. Sono Amedeo De Luca ed Antonio Patricelli ad aver voluto la Collefrisio, credendoci fino in fondo, non lesinando idee, tempo, risorse. Incontro Patricelli per la seconda volta, dopo essere stata ospitata al suo Stand al Vinitaly del 2012. Un incontro fortuito, come avviene quando meno te lo aspetti e scopri, con immenso piacere, una realtà non solo dinamica e moderna, ma composta da un team in grado di trasmettere tutta la passione per il vino, una passione talmente contagiosa che non può passare inosservata. Destinata, anche per questo, al successo.
Com’è nata l’idea di partire con una nuova cantina?Nel 2004 ci siamo ritrovati di fronte ad una situazione del tutto diversa. Avevamo una ricchezza dal punto di vista economico ma sentivamo un’ insoddisfazione di fondo. Sentivamo che quello che stavamo facendo era puramente commerciale. Avevamo bisogno di altro. Volevamo partecipare anche noi alla filiera sin dal principio, con filari nostri. In poche parole, sentivamo l’esigenza di lasciare un segno, quello di portare sul mercato il ns. pensiero, la ns. filosofia, il nostro modo vi vivere.
E come l’avete portato avanti?L’abbiamo fatto creando una struttura ad hoc, quindi che rispecchiasse al massimo quella che è la ns. personalità fatta di semplicità, trasparenza. Come vedi, noi abbiamo una cantina che potremmo definire come una “cantina fatta di finestre”. E’ un’ azienda che non solo non vuole nascondersi ma anzi, si apre ed invita gli altri ad aprirsi. Un modo anche per mettersi continuamente in discussione. A quel punto però si doveva materializzare questa idea e l’abbiamo fatto investendo tanto denaro, più di quello che avevamo, ma ci abbiamo creduto fino in fondo e l’investimento ha dato i suoi frutti perché oggi l’azienda è dinamica. Lavoriamo in prima persona, non ci sono subalterni e siamo una squadra che lavora fianco a fianco ogni giorno, e dove ognuno è libero di proporre la propria idea, anche qui con la massima trasparenza. Non c’è differenza fra chi opera con la mente e chi con le braccia, perché è stata creata una perfetta sinergia di gruppo. E’ importante fare squadra anche nei più minimi dettagli.
Quanti operano nella cantina Collefrisio?In cantina, sette persone. La moglie del mio socio, Amedeo, si occupa dell’ amministrazione, coadiuvata da un’altra impiegata. Ci viene in aiuto anche un giovane universitario che stiamo formando per il futuro; è in azienda ogni volta che può, compatibilmente con gli esami: è da qui che inizia a respirare quel profumo, quell’odore che può diventare la sua vita professionale.
Come influisce l’essere nato in Abruzzo, per l’attività che state portando avanti? Penso possa essere un valore aggiunto.Purtroppo debbo dire che invece influisce negativamente, nonostante io ami moltissimo la mia Regione e ancora adesso sia pronto a dire che è il posto più bello del mondo. C’è tuttavia da fare un grosso lavoro in quanto la Regione Abruzzo, soprattutto nel mondo, è poco conosciuta anche perché non ha saputo comunicare tutte le sue risorse. Spesso si ha l’idea di una Regione che vive di pastorizia e nulla di più. E’ per questo che oggi noi piccoli imprenditori troviamo una certa difficoltà; prima di far conoscere il ns. brand dobbiamo far conoscere il brand dell’Abruzzo. E’ un doppio lavoro, un doppio impegno. In America, ad esempio, se parli del Piemonte viene subito in mente la Fiat, la posizione geografica, il fatto che sia la patria del Barolo… Per la Toscana, si parla di turismo avanzato, la città di Firenze, la sua storia, il territorio del Chianti, delle Chiese… Per l’Abruzzo ti viene chiesto subito: “Ma dove si trova?” Francamente la cosa ti mette a disagio e allora cosa bisogna fare ogni volta? Bisogna spiegare tutto dall’inizio, partire veramente da lontano ed oramai ci siamo preparati a raccontare la storia come un nastro registrato.
E cosa raccontate?Diciamo che nella ns. regione c’è il mare, ma anche la montagna alle mie spalle a mezz’ora di macchina, che è l’unico posto dove mentre scii riesci a vedere il mare, con la possibilità di diversificare le vacanze, e di conseguenza anche la cucina, che inevitabilmente si alterna tra una cucina di mare ed una collinare, quindi anch’essa molto interessante. Ecco cosa manca alla ns. regione; mancano gli ambasciatori! A tutt’oggi siamo ancora noi imprenditori che andando in giro per il mondo, siamo diventati gli ambasciatori della ns. regione. Quindi se devo fare un appunto negativo è questo.
Parliamo più nel dettaglio delle vostre tenute.Sono trentacinque ettari di proprietà ed un’altra ventina in affitto e nascono su tre tenute, locate in tre posti diversi non perché non c’è stata possibilità di un unico territorio. Il ragionamento che ci ha spinto a comperare tre diversi lotti di terreno è stato diverso. Ci interessava un mercato di qualità e per ottenerlo volevamo anche personalizzare i prodotti, volevamo dare una unicità ai prodotti in 3 posizioni diverse, andando a ricercare dei microclimi particolari, (grazie appunto alla montagna e al mare). Alla fine abbiamo venduto dei terreni di proprietà per comprare ed attivare tre fondi che ci potevano dare quel valore aggiunto, impagabile. Anche se sono distanti quasi trenta chilometri dal primo all’ultimo, con i conseguenti disagi. Certo, sarebbe stato molto più comodo in una sola tenuta, ma la qualità del vino ne avrebbe risentito sicuramente. Ad esempio in cantina siamo a ridosso di una vallata con la montagne alle spalle ed il mare davanti. Quindi cosa accade? Che dalla montagna dove ancora oggi, a giugno, vi è la neve, scende aria fredda verso il mare creando una vera e propria magia dall’incontro con la brezza marina che sale, viene verso di noi; quando arriva nella nostra zona si mescola con l’aria della montagna creando un microclima del tutto particolare.Questo microclima riesce a dare nei vini bianchi dai profumi incredibili. Infatti qui in estate di sera c’è bisogno del pullover e parlo di luglio mentre di giorno si arriva a temperature elevate. Questo ci serve per la maturazione delle uve che servono a fare i nostri vini. La tenuta dove siamo, la casa madre della cantina, Valle del Moro, guarda a croce, ovvero a Nord, sud, est ed ovest.Abbraccia tutti i punti cardinali. L’altra tenuta si chiama Morrecine e guarda molto di più il mare, semicollinare come se avesse ai suoi piedi il mare stesso, con microclima diverso, molto ventilato, completamente baciato dalla brezza marina. Lì il terreno è ciottoloso, quindi riusciamo ad avere una produzione diversa e comunque importante.
E la terza tenuta, che caratteristiche presenta?La Tenuta di Giuliano Teatino si trova ai piedi della Majella, a trenta chilometri dalla Valle Del Moro. Lì siamo praticamente in montagna, con caratteristiche climatiche completamente diverse dal Morrecine. E’ una zona molto fredda, ideale per le vendemmie tardive, dove possiamo fare appassimento perché non abbiamo problemi di brina. Il clima è molto secco.
Scelta importante e coraggiosa, quella delle tre tenute…Direi di sì. Ora capisci il ns. ragionamento. Potevamo guardare alla questione pratica, tutto sarebbe stato più facile! Avere 35 ettari su un unico fondo dove c’è anche la cantina sarebbe stato un risparmio incredibile di energie, di tempo e di denaro. Invece no, abbiamo preferito fare il contrario: del resto siamo convinti che se ci deve essere investimento, ci deve essere in una certa maniera e lo abbiamo fatto a rigor di logica, dicendo quella è evocata per uno speciale tipo di vino: lì potremmo farci certe cose, l’altra invece ci può dare risultati diversi e così via.
Perché la decisione di fare la cantina proprio nella Valle Del Moro?Perché la cantina, come si può vedere, finisce in una valle dove la natura è rimasta davvero ferma a 150 anni fa. Non c’è un cavo della luce, non c’è una strada, ma soltanto viti, querce, olivi, il posto ideale anche per i sogni. Come l’abbiamo vista ce ne siamo subito innamorati. Volevamo che ci riportasse a situazioni antiche, un po’ come la linea di pensiero che c’è in cantina. Con le vigne che dal giardino sembrano entrare dentro. Noi dovevamo solo fare una struttura che si potesse legare in maniera semplice ed elegante a quello che è il territorio.
Quindi possiamo dire che da un lato c’è stata un’analisi di laboratorio, con lo studio delle caratteristiche del terreno, dei microclimi e dall’altro un cuore che batte, se vogliamo in una sorta di romanticismo?Assolutamente sì! Diciamo che il romanticismo ed il cuore che batte rappresenta l’80% dell’intero progetto, poi è chiaro che bisogna ragionare. Ma io, per esempio, ogni volta che arrivo in azienda ho un’emozione completamente diversa. Mi emoziono a distanza di anni nel vedere, nell’amare il territorio, nell’entrare nella campagna e scoprire l’azienda che sembra essere nata con la natura, sembra esistere da sempre. L’imprenditoria è fatta di passione, di cuore, di testa, di braccia. Un cocktail di tante cose, che devono coesistere ed andare avanti in un certo modo. Non a caso, nella nostra brochure la foto scelta per rappresentare l’azienda, è la foto di una mano sapiente, sporca di terra. In quella mano c’è tutto l’amore della campagna, la voglia di sporcarsi di diventare tutt’uno con la terra. Una cosa sola. Era questo l’intento. E’ chiaro che poi il vino deve essere buono e venduto, ci siano attrezzati per questo, perché al di là della poesia c’è la tecnologia.
Arriviamo a parlare della cantina.La cantina l’abbiamo pensata altamente tecnologica: volevamo avere a disposizione tutte quelle macchine che ci potessero permettere di portare nella bottiglia quella che era la bontà del chicco dell’uva senza disperdere nulla in tutti i passaggi enologici. E’ vero che madre natura può fare l’80% però è chiaro che mancava quel 20 % che era importantissimo economicamente. In quel 20% potevamo fare la differenza: vincere o perdere. Abbiamo vinto. E siamo arrivati a completare e a chiudere il discorso a livello produttivo. Siamo così riusciti nel ns. obiettivo.
La vostra azienda è anche biologica?Sì, siamo una delle più antiche aziende che coltivano bio. Il nostro essere organici è quasi un fatto personale.
Ovvero? Cosa significa per voi essere bio?Significa rispettare se stessi. Nelle ns. campagne lavorano le nostre madri ed i nostri padri. Ci teniamo alla salute, andando regolarmente fra i filari e non vogliamo rincasare con il dubbio di esserci avvelenati. Quindi non utilizziamo prodotti di sintesi ma solo ed esclusivamente zolfo e rame che vengono da estrazione naturale. Non c’è nulla di chimico. Anche i concimi sono organici. Solo così riusciamo ad avere quell’ importante equilibrio naturale che si sente nei nostri vini.
Parliamo adesso dei vostri vini.Noi abbiamo due linee e degli outsider. La linea Zero e la linea Uno. Quando siamo partiti, (il primo anno di vinificazione è stato il 2006), è nata la linea zero ed assaggiando il vino abbiamo fatto una specie di “patto di sangue”; ci siamo promessi di non scendere mai sotto quel livello di buona qualità. Vale a dire che dal punto zero, saremmo solo saliti. E da lì sono nate le altre linee, come la Collefrisio di Collefrisio per dire che è proprio il nostro vino. Non un punto di arrivo, ma un tirare fuori il meglio di sé, mettendosi sempre in discussione.
Non trova che parte del difficile compito di diffondere la cultura del vino, tocchi proprio ai produttori? Sì, noi già facciamo tanto ma io non posso esserci ovunque. Quello che faccio personalmente è passare oltre 200 giorni fuori casa con seminari e degustazioni cercando di far capire la storia, la passione che c’è dietro ad una bottiglia. Io sono l’ambasciatore di Collefrisio e questo esporsi significa metterci la faccia. Noi lo facciamo sempre ed è una scommessa continua. Nessuno mi sentirà mai parlare di punti di arrivo ma di una strada intrapresa qualche anno fa, che ci sta dando soddisfazioni grazie alla continuità della qualità dei prodotti. Chi ha deciso di premiarci nel comprare il nostro prodotto, lo fa perché sa che dietro alla bottiglia c’è un certo tipo di lavoro, c’è una certa costanza, quindi assaggiare una bottiglia quest’anno, averne assaggiata un’altra lo scorso anno, pur essendo di due annate differenti, ha come denominatore comune l’alta qualità.
Devi accedere per postare un commento.
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Appassionata di birra artigianale, con un debole da anni per Franconia e West Coast USA coltiva quotidianamente la sua passione tra pub, amici p (...)
Sommelier da circa 20 anni, master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di appro (...)
Cresciuta con una nonna contadina e una nonna nobile ha imparato a cucinare sin dall’età di 4 anni maionese fatta a mano, insalata russa con le (...)
Originaria dell'Oltrepò Pavese ma per metà spagnola. L'interesse per il mondo del cibo e del vino nasce in famiglia, grazie a papà salumiere e f (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Laureata in giurisprudenza, giurista di formazione, è giornalista dal 1996, settore turismo enogastronomico, responsabile agroalimentare PMI - p (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Giornalista pubblicista, collabora dal 1979 con numerose testate. È direttore responsabile di InternetGourmet.it. Ha pubblicato vari libri dedic (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Aspirante agronomo, laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche e poi in Scienze agrarie, innamorato tanto della vite che del frumento (...)
La passione per il mondo del vino inizia nel 1999, per curiosità intellettuale, seguendo vari percorsi di studio (Diploma di Assaggiatore ONAV, (...)
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Laureato in Scienze della Formazione presso l’università di Tor Vergata a Roma, continua gli studi a Roma laureandosi in Dirigenza e coordinamen (...)
Nata a Lugo di Ravenna, sommelier AIS, laureata in Viticoltura ed Enologia presso l'Università di Bologna; ad oggi Tecnico Commerciale e docente (...)
Perito informatico ai tempi in cui Windows doveva essere ancora inventato e arcigno difensore a uomo, stile Claudio Gentile a Spagna 1982, deve (...)
Tutte le cose belle nascono per caso, così la sua passione per la ristorazione e subito dopo quella per il mondo del vino e le sue mille sfaccet (...)
Il vino ha sempre fatto parte della sua vita; dal 1974 vinifica le uve acquistate e nel 1981 ha impiantato una piccola vigna che coltiva tutt'og (...)
È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Dopo anni passati nel mondo dell'editoria ad organizzare eventi legati ai libri, ora lavora da freelance come content writer. Cresciuto in una f (...)
Si definisce un umile discepolo di Dioniso, il suo motto è: "Non nobis Dionysus, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam". Ha iniziato a conoscere (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Di formazione classica, è assistente amministrativo nel settore dei progetti europei e giornalista. La passione e gli studi lo hanno portato ad (...)
Conseguita la maturità artistica, il primo lavoro nel 1997 è stato nel mondo illuminotecnico, ma la vera passione è sempre stata l'enogastronomi (...)
Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, ortofrutta e grande distribuzione, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
Di formazione psicologa dello sviluppo e istruttore federale di nuoto, si appassiona fin da giovane al vino, a livello puramente edonistico. Nel (...)
Testata registrata presso il Tribunale di Roma (n. 146/09 del 4 maggio 2009) © 2000-2019 laVINIum.com - Tutti i diritti riservati È vietata la copia anche parziale del materiale presente in questo sito. Il collegamento al data base della rivista è vietato senza esplicita autorizzazione della direzione editoriale. Direttore Responsabile - Maurizio Taglioni / Direttore Editoriale - Roberto Giuliani
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione di terze parti, al fine di migliorare l'esperienza di navigazione per saperne di più: Consulta l’informativa .
Chiudendo questo banner o continuando a navigare al sito si acconsente all'uso dei cookie.
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Strictly Necessary Cookie should be enabled at all times so that we can save your preferences for cookie settings.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.