Capii subito quale importante esperienza mi avrebbe permesso di acquisire la mia prima partecipazione all’Anteprima Taurasi nel 2005, evento nato nel dicembre 2002 come focus del Taurasi, ma che poi ha introdotto anche le altre versioni dell’aglianico. Un decennio dopo, due soggetti gagliardi e tosti, ovvero Diana Cataldo e Massimo Iannaccone di Miriade & Partners hanno la brillante idea di proporre un’edizione che coinvolga i vini rossi di tutte le province esclusa Avellino, così nel 2013 nasce Campania Stories. Con il tempo questa eccellente kermesse ha allargato la sfera d’azione inglobando il Taurasi e aprendo le porte ai vini bianchi, e per fortuna perché, mia personalissima opinione, la Campania è prima di tutto regione di grandi vini bianchi (come il Lazio del resto, solo che da noi non lo hanno ancora capito del tutto), non a caso ha ben tre Docg di questa categoria e tutte di vini fermi da monovitigno.
Il castello di Gesualdo
Insomma, era da prima dell’arrivo della pandemia che non tornavo a Campania Stories, sentivo che dovevo tornare, mi mancava quella terra così complessa e stimolante, avevo voglia di girarla, assaggiare, sentire i profumi del mare, stringere la mano dei tanti vignaioli che contribuiscono a rendere questa regione una delle più emozionanti di tutto lo Stivale. L’edizione attuale per me era anche una novità assoluta, mi è piaciuta molto la scelta di proporre i vini suddivisi per territori e vitigni, anche se per ragioni di tempo ho dovuto concentrarmi sulla nuova annata, accontentandomi di assaggi saltuari di quelle precedenti. Non ne dubitavo, ma ho avuto la conferma che i vini bianchi campani sono davvero un punto di forza della regione, nelle loro infinite sfaccettature, dei 178 presentati la mattina del 24 maggio presso l’Hotel Villa Calvo ad Aiello del Sabato (AV), poco meno di 80 erano relativi all’annata 2022. Il numero considerevole mi ha permesso di farmi un’idea del millesimo, che in molte zone si è rivelato piuttosto difficile, il caldo torrido ha fatto la differenza, anche se la media generale mi è sembrata più che confortante.
I sommelier pronti per la degustazione
Belle cose dalle Terre del Volturno, dove il pallagrello bianco si è espresso molto bene, mi sono piaciuti molto anche i vini provenienti da Ischia, Costiera Amalfitana, Vesuvio (in particolare il caprettone), mentre la falanghina si è rivelata più altalenante, le cose migliori sono arrivate dai Campi Flegrei; sul fronte del fiano l’area irpina se l’è cavata piuttosto bene, con un buon numero di vini di livello davvero alto, ma anche nel Sannio e nell’area di Paestum ho trovato cose molto buone. Mi aspettavo qualcosa di più dal greco, i cui risultati sono stati decisamente eterogenei, qualche punta d’eccellenza ma per la maggior parte vini ancora difficili e meno centrati, probabilmente necessitano di maggiore tempo per equilibrarsi, come sempre le impressioni non possono essere mai definitive. Fra l’altro c’è da dire che fra i vitigni storici, il greco è a mio avviso quello che negli ultimi 15 anni ha avuto una crescita qualitativa maggiore, tanto da avermi fatto vacillare la vecchia idea che con il fiano non ci fosse partita. Di seguito una selezione dei vini che mi hanno maggiormente colpito, in ordine di assaggio.
Core Bianco 2022 Montevetrano: naso di finitura notevole, albicocca, agrumi, in bocca ha una bella freschezza e ampiezza, fatto bene, sapido, giovanissimo, promettente, lo stile aziendale emerge con chiarezza.
Sannio Coda di Volpe 2022 Fattoria La Rivolta: note di erbe aromatiche, agrumi dolci, molto interessante nello sviluppo, ottimo al palato, profondo e complesso, di bella intensità, lungo, rifinito alla perfezione, salino.
Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Munazei 2022 Casa Setaro: naso molto minerale, sulfureo, il frutto è dolce, più arancia che limone, una sfumatura agrumata che tende al candito, al palato ha freschezza da vendere, ancora molto giovane ma la qualità c’è tutta.
Bianco Dressel 19.2 2022 Bosco de’ Medici: colpisce per il colore oro intenso, trama olfattiva che lascia supporre possibile macerazione delle uve, magari in anfora, tratti ovviamente particolari, note tipiche del contatto con le bucce, cera d’api, zolfo, ma anche ginestra, pesca e susina; al palato ha intensità, acidità e tannino che asciugano, c’è profondità, vino tutto in divenire, interessante interpretazione del caprettone.
Vesuvio Caprettone Benita ’31 2022 Sorrentino: naso di gelsomino, biancospino, fiori bianchi, agrumi dolci, pera coscia, pesca bianca, bocca fresca e coerente, leggera mineralità, molto piacevole e definito, elegante e succoso.
Ischia Biancolella Tenuta Frassitelli 2022 D’Ambra Vini d’Ischia: origano, pesca tabacchiera, erba tagliata, salmastro, mandorla dolce; al palato ha una bella dolcezza, fresco il giusto, decisamente salino, invitante, di grande eleganza, persistente, gran bel vino.
Ischia Biancolella 2022 La Pietra di Tommasone: il primo campione non mi convinceva, troppo sulfureo, il frutto sembrava ammaccato. Da altra bottiglia decisamente migliore, con un frutto più preciso e giustamente maturo, delicata mineralità e richiami iodati, cedro, pesca bianca; al palato è giovane ma la materia sembra davvero molto buona, di bella finezza, fra 6 mesi sarà ancora più definito.
Ischia Forastera 2022 D’Ambra Vini d’Ischia: naso di piccoli frutti, salvia, toni di erbette aromatiche, bergamotto, al palato ha corrispondenza, bella mineralità, impronta marina, salino, molto piacevole, elegante. Una sicurezza.
Costa d’Amalfi Bianco Ravello Selva delle Monache 2022 Ettore Sammarco: naso di notevole finezza, frutto di giusta maturità, al palato è fresco, agrumato, di bello slancio, rigoroso, ampio, complesso, di grande intensità, materico e polposo senza perdere gentilezza, lunghissimo e giocato sull’eleganza, spicca per personalità.
Pallagrello Bianco 2022 Vigne Chigi: naso gentile e invitante, piccoli frutti e leggera componente floreale, pesca, anche qualche sfumatura erbacea; bocca coerente, buona freschezza, frutto abbastanza maturo da consentire piacevolezza al sorso, c’è una buona vena sapida, struttura da annata calda, leggermente alcolico, fra qualche mese sarà perfetto.
Pallagrello Bianco Calù 2022 Sclavia: naso spiccatamente di erbe aromatiche (salvia, maggiorana, timo), susina, frutta bianca, al palato ha molta freschezza, torna l’agrume, vino giovane ma interessante, particolare, da seguire nel tempo.
Pallagrello Bianco Caiatì 2022 Alois: naso più polputo, pesca bianca, susina, qualche erba aromatica, al palato ha perfetta corrispondenza, freschezza, espressività naturale, molto piacevole.
Pallagrello Bianco 2022 Masseria Piccirillo: qui c’è una speziatura dolce, poi agrumi maturi, al palato riporta fedelmente la nota agrumata e fresca, molto fine, pulito, succoso, di bella bevibilità.
Falanghina 2022 Torelle: naso molto minerale, di grande fascino, sottile nota fumé, tanta florealità, polvere di roccia, al palato c’è l’elemento agrumato ma è frammisto a quella sfumatura minerale percepita al naso, c’è una componente fisica, tattile, tonalità del tutto particolari, davvero bello, fra i migliori in assoluto.
Falanghina del Sannio Taburno 2022 Fontanavecchia: naso molto equilibrato, centrato, il frutto entra in un ambito più complesso e articolato, anche al palato rivela carattere e profondità, lunghezza, bella dinamica, la freschezza è ben integrata con un frutto giustamente maturo.
Falanghina del Sannio 2022 Mustilli: mela annurca, erba finocchiella, pesca bianca, leggera menta; bocca piacevole e pulita, buona freschezza e precisione, un vino didattico e affatto scontato.
Campi Flegrei Falanghina 2022 Agnanum: conosco molto bene i vini di Raffaele Moccia e devo dire che questa falanghina, olfattivamente, non mi è sembrata ai soliti livelli, più matura e meno ampia; in bocca però si è rivelata diversa, pur nel segno della maturità ha estratto una vena salina e una qualità di frutto indiscutibili, finale lungo e in notevole salita.
Campi Flegrei Falanghina 2022 Mario Portolano: piuttosto maturo al naso (sembra che nei Campi Flegrei l’annata calda si senta più che in altre zone), piano piano si schiude a un impianto floreale e recupera in freschezza, al palato conferma la componente matura ma c’è un bell’impianto, il frutto è molto piacevole, c’è sapidità, si sente la nota vulcanica, ho idea che in breve tempo spariranno alcune sbavature del momento.
Campi Flegrei Falanghina Colle Imperatrice 2022 Astroni: naso abbastanza fine, il frutto è appena maturo, ma anche qui è ingannevole perché al palato rivela molta freschezza, una buona risposta agrumata, balsamicità, è grintoso e sapido, di carattere.
In visita dall’azienda sannita Terre Stregate
Sannio Fiano Genius Loci 2022 Terre Stregate: una sorpresa per me, tanto che ho voluto andare a visitare l’azienda. Trama olfattiva che ti immerge in un campo fiorito, poi c’è la frutta a polpa bianca, richiami alle erbe di campo; al palato ha buona freschezza nonostante si senta la parte matura nella polpa, man mano che passa il tempo diventa sempre più complesso e coinvolgente.
Sannio Taburno Fiano 2022 Fattoria La Rivolta: naso di buona finezza, note di albicocca, pesca bianca, leggero agrume, fossili, al palato ha freschezza, bella vitalità, si esprime molto bene e con piacevole persistenza.
Fiano Asterìas 2022 Tempa di Zoè: erbe aromatiche, speziato, iodio, al palato ha una bella intensità, la freschezza non manca, ha uno stampo profondo e austero, terroso, interessante, abbarbicato alla roccia. Molto bello.
Fiano di Avellino Le Pietre 2022 Famiglia Pagano: naso di erbe aromatiche, agrumi appena maturi, bocca sapida, bella freschezza all’assaggio, vitalità, finale convincente e stimolante, una interessante espressione di fiano.
Fiano di Avellino 2022 Di Meo: altra azienda di cui conosco i vini da tempo, questo mi ha permesso di non stupirmi di fronte a un naso dal tratto vegetale, di foglie verdi, che richiama quasi la salvia; al palato mantiene lo stesso profilo, è ancora giovanissimo come lo sono i vini Di Meo, ma in un’annata come questa posso ipotizzare la scelta di una raccolta leggermente anticipata per non incorrere in surmaturazioni. A me ha convinto, sono certo delle sue potenzialità.
Fiano di Avellino 2022 Villa Raiano: Qui c’è l’agrume che torna, balsamico, pepe bianco, bella spinta in bocca, fresco e godibile, di buona profondità, la materia c’è, finale che denota ancora qualche squilibrio ma è un peccato di gioventù.
Fiano di Avellino 2022 Borgodangelo: naso con qualche venatura minerale, marino, buon impatto al gusto, abbastanza in equilibrio, il frutto è generoso e giustamente maturo, finale sapido e coinvolgente.
Fiano di Avellino 2022 Sanpaolo di Claudio Quarta: molto vegetale, salvia, foglia di pomodoro, balsamico, al palato è un po’ più riconoscibile, frutto agrumato, buona eleganza, sapido, coinvolgente, succoso, più passa il tempo e più si apre, rivelando una personalità davvero interessante.
Fiano di Avellino Pietracalda 2022 Feudi di San Gregorio: naso dolce e maturo, quasi vanigliato, più interessante in bocca dove rivela una buona vena acida e un frutto tornito ma non così maturo, buona intensità e struttura.
Fiano di Avellino 2022 Colli di Lapio: all’olfatto si sente tutta la sua giovinezza e il bisogno di stare ancora in bottiglia, è un altro di quei vini che mi danno l’impressione di una raccolta leggermente anticipata, i toni vegetali e la spiccata acidità al palato sembrano pendere da quel lato. Diamogli tempo.
Fiano di Avellino 2022 Tenuta Scuotto: qui torna la dolcezza olfattiva, anche se al palato non è solo questo, rivela una buona vena fresca e una energia notevole, grande equilibrio, sapidità, molto ben fatto, a testimonianza che anche in annate non facili si possono fare grandi cose.
vigneto azienda Terre Stregate
Greco Calpazio 2022 San Salvatore 1988: naso delicato ma molto fine, fiori e frutti si concedono con grazia, al palato ha la freschezza giusta, bella intensità senza strafare, fatto molto bene.
Sannio Greco Enzo Rillo 2022 La Fortezza: al naso ha una buona spinta anche se non pulitissimo, meglio al palato dove esprime una buona carica e una dinamica viva, coinvolgente, quasi graffiante, con una bella spinta fresca.
Greco di Tufo 2022 Di Meo: il carattere del greco c’è, a tratti selvatico, anche in bocca, acidità un po’ scomposta, molto agrumato, deve evolvere, come sempre ha bisogno di tempo ma promette grandi cose.
Greco di Tufo 2022 Cantine Di Marzo: naso molto gradevole, floreale, balsamico, tutt’altro che rustico per essere un greco, bocca corrispondente, buona freschezza, ben fatto e di grande bevibilità.
Greco di Tufo 2022 Feudi di San Gregorio: non sono mai stato un amante dei vini dei Feudi, ma non posso negare che questo greco sia fatto davvero bene, giocato più in sottrazione che in peso, di notevole finezza, floreale, bocca coerente, fresca e ben fatta, anche minerale, sapido, ottimo.
Greco di Tufo Cutizzi 2022 Feudi di San Gregorio: altro greco decisamente riuscito, con slanci floreali e di frutta bianca, bocca fresca, c’è slancio, non lunghissimo e non particolarmente ampio ma è certamente un bel bere.
Greco di Tufo Alexandros 2022 Colli di Lapio: intrigante, boschivo, balsamico, trova al gusto un percorso in crescita, profondo e lento, di bell’equilibrio fra struttura e spinta acida.
Vigneto azienda Cantine del Mare
ASSAGGI FURTIVI DI ALTRE ANNATE
Caprettone Spumante Metodo Classico Pietrafumante 2020 Casa Setaro: qui la mano è felice, bella trama fruttata arricchita da sfumature floreali, bocca cremosa, ampia, suggestiva.
Campania Bianco Grecomusc’ 2019 Contrade di Taurasi: naso che fatica un po’ a esprimersi, molto meglio in bocca dove rivela ancora un’ottima energia, profondità, salato, strutturato, persistente, bellissimo.
Beneventano Bianco Sogno di Rivolta 2019 Fattoria La Rivolta: altro vino di gran livello, naso complesso, bei profumi caratteristici, spezie dolci, miele di acacia, balsamico, bocca suggestiva, profonda, di grande impatto con un bel ritorno balsamico, manca solo un po’ di spinta nel finale.
Irpinia Coda di Volpe Torama 2021 Traerte: naso con una grande carica espressiva, agrume buonissimo, minerale, bocca intensa, piena, sapidissima, profonda, che meraviglia, la migliore coda di volpe in assoluto, senza se e senza ma.
Vesuvio Bianco Contrada Bosco del Monaco 61.37 2020 Casa Setaro: primo assaggio di un vino sorprendente, naso finissimo e particolare, a tratti cremoso, burroso, eppure fresco e di grande impatto, puro, di fascino incredibile, forse il migliore uscito da questa cantina.
Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2021 Marisa Cuomo: l’eleganza fatta persona, tanta finezza, agrumi della costiera riversati nel vino, al palato esprime il sale del mare, davvero suggestivo e lunghissimo.
Terre del Volturno Pallagrello Bianco Lancella 2021 Cantina di Lisandro: qui il frutto è più maturo, accanto all’agrume spinge la pesca, sotto fa capoccella qualche erba aromatica, al palato ha buona freschezza, si sente un po’ l’alcol ma nel complesso è molto interessante.
Terre del Volturno Pallagrello Bianco Morrone 2021 Alois: bel profilo olfattivo, pulito, frutto molto piacevole, anche in bocca ha un bel racconto, c’è struttura e finezza in un’annata non certo facile.
Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Vigna Segreta 2021 Mustilli: naso di grande finezza, elegante, richiama il cedro, l’erba finocchiella, i fiori di sambuco, anche al palato rivela una bellezza notevole, fresco, lungo, davvero coinvolgente.
Falanghina del Sannio Nanà 2021 Fontana Reale: altra azienda che non conoscevo e ho voluto visitare, coinvolto da questa falanghina di grande carattere, dal naso apparentemente maturo che trova smentita in una bocca pimpante e avvolgente.
Campi Flegrei Falanghina Torrefumo 2020 Cantina del Mare: nonostante debba scappare per non perdere la navetta, faccio in tempo a percepire una grande intensità gusto-olfattiva, è profondo e particolarissimo, finale marino.
Roberto Giuliani
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
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Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Non ha certificazioni, non è sommelier, né degustatrice ufficiale del gran Regno. Si occupa di comunicazione e di digital design dal 2002 in una (...)
Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Mast (...)
Classe ‘77, Nadia è nata ad Ischia. Dopo quindici anni di "soggiorno" romano che le è valso il diploma di Sommelier AIS e un'importante collabor (...)
Vignettista fin dalle scuole superiori, alla sua prima vignetta sul giornaletto scolastico fu richiamato dalla preside del Liceo Classico per av (...)
Ha vissuto in 26 case e in 18 città, disseminando pezzetti di radici in Italia e all’estero: una Cipolla nomade più che viaggiatrice. Ma non più (...)
A Montalcino è cuoca per amore e per passione nel suo Road Café, che gestisce con il marito Lorenzo Minocci accanto all'unica stazione di carbur (...)
Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, grande distribuzione e ortofrutta, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
Ha smesso di giocare in cortile fra i cestelli dei bottiglioni di Barbera dello zio imbottigliatore all'ingrosso per arruolarsi fra i cavalieri (...)
Conseguita la maturità artistica, il primo lavoro nel 1997 è stato nel mondo illuminotecnico, ma la vera passione è sempre stata l'enogastronomi (...)
Musicista e scrittrice, da sempre amante di tutto ciò che è bello e trasmette emozioni, si è diplomata in pianoforte e per un certo periodo dell (...)
Ha iniziato la carriera lavorativa come segretaria di direzione, che ai suoi tempi si usava molto ed era proprio quello che desiderava fare! Con (...)
Perito informatico ai tempi in cui Windows doveva essere ancora inventato e arcigno difensore a uomo, stile Claudio Gentile a Spagna 1982, deve (...)
È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Economista di formazione, si avvicina al giornalismo durante gli anni universitari, con una collaborazione con il quotidiano L'Arena. Da allora (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Donatella Cinelli Colombini è una produttrice di vino figlia di Franco Cinelli e Francesca Colombini della Fattoria dei Barbi, in cui ha lavorat (...)
Bolognese dentro, grafico di giorno e rapito dal mondo enologico la sera. Per un periodo la sera l'ha condivisa con un'altra passione viscerale (...)
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