A Montefalco 2024: la Sala Consiliare del Palazzo Comunale dove degustare diventa emozione
Quella che un tempo si chiamava Anteprima Sagrantino, ha subìto una giusta modifica nel nome, dando eguale dignità a tutti i vini presentati: Montefalco Grechetto DOC, Montefalco Bianco DOC, Spoleto Trebbiano Spoletino, Spumante e Passito DOC, Montefalco Rosso e Rosso Riserva DOC, Montefalco Sagrantino e Sagrantino Passito DOCG. “A Montefalco”, dove “A” sta per anteprima, ha giustamente messo al centro il comune denominatore di tutti i vini, ovvero la pregevole cittadina in provincia di Perugia, nel medioevo denominata “Coccorone” e oggi “Ringhiera dell’Umbria” per la sua posizione panoramica, ammirabile dalla torre campanaria del Palazzo Comunale.
Fu l’imperatore Federico II, che vi soggiornò nel 1240, a darle l’attuale nome per la sua grande passione per i rapaci, per lui la caccia con il falcone era un’arte.
Questo focus su tutte le denominazioni che coinvolgono l’intero territorio del Comune di Montefalco e parte del territorio dei Comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo, è organizzato dal Consorzio con il supporto dell’agenzia Miriade and Partners.
Una seria di problemi personali non mi hanno permesso di partecipare all’intera manifestazione, che prevedeva tra le altre cose la possibilità di visitare un buon numero di aziende a scelta, limitandomi alla sola giornata di mercoledì 12 giugno, dedicata appunto alla degustazione nella bellissima Sala Consiliare del Palazzo Comunale, ex Palazzo del Popolo.
Pur “frequentandola” da molti anni, devo dire che ogni volta che salgo le scale del palazzo fino all’ultimo piano, dove si trova la Sala Consiliare, provo sempre la stessa emozione perché è davvero bella e perfetta per degustare in assoluta tranquillità con un servizio sommelier sempre attento ed efficiente. Andando a indagare su questa pregevole sala, scopro che fu sede nel ‘700 del Teatro dell’Aquila attivo per oltre un secolo. Al suo interno presenta raffinate decorazioni ottocentesche – tra cui spicca la Madonna in Maestà attribuita al pittore fulginate Giovanni Di Corraduccio – ed è arredata con tavoli, sedie e panche con lo stemma comunale inciso sullo schienale.
Insomma, entrare in quella Sala ti mette un senso di serenità, pertanto assaggiare i vini diventa particolarmente piacevole.
Quest’anno, avendo poche ore a disposizione, ho scelto di concentrare la mia attenzione sui vini bianchi e sull’anteprima 2020 del Sagrantino. Per quanto riguarda i bianchi, erano presenti 39 campioni partendo dall’annata 2023 fino alla 2020; devo dire che in passato il Trebbiano Spoletino ha sempre avuto uno stacco deciso rispetto al Grechetto e alle tipologie miste, questa volta, pur avendo conferma della sua marcia in più, grazie anche ad alcune interpretazioni particolarmente felici, ho trovato la restante gamma di bianchi comunque di buon livello, con qualche punta d’eccellenza.
Il Sagrantino 2020 (25 campioni) ha messo in evidenza un ulteriore sforzo da parte dei produttori di proporre un rosso più equilibrato, senza eccesso di materia e con un tannino decisamente lontano da quella potenza e persistenza che un tempo caratterizzava questo vino, inoltre ho apprezzato una migliore gestione del legno.
Di seguito le mie impressioni:
MONTEFALCO GRECHETTO DOC
1) Clarignano 2023 Colle Ciocco (85% grechetto, 15% viognier): erbe aromatiche, agrumi, cedro, erba limoncella, bocca fresca, sapida, con buona risposta fruttata, sorso maturo, godibile, con chiusura balsamica.
2) 2023 La Veneranda: colore più intenso, paglierino luminoso, banana matura e agrumi, non particolarmente ampio, leggero fieno; al palato è più fresco che sapido, rotondo, con un frutto maturo che ricorda un po’ il timbro dell’annata.
3) 2023 Scacciadiavoli: agrumi, mela golden, leggero ananas, mandorla; al palato ha buona vena acida, frutto meno spinto sulla maturità, c’è una buona energia, vino in movimento.
4) 2023 Terre de La Custodia: naso delicato, richiama l’agrume maturo e un leggero accento di banana; al palato la vena acida è leggermente slegata, lime e cedro spingono su una struttura leggermente carente.
5) Eros 2022 Benedetti & Grigi (50% grechetto 109, 50% grechetto G5): dalla tenuta del Castello di Limigiano questo bianco dal colore oro chiaro lucente, naso proiettato prevalentemente sul frutto, arancia gialla, susina, qualche cenno floreale di biancospino e fiori di campo, poi l’immancabile mandorla; bocca che presenta un buon impatto gustativo, sapido, più materico dei precedenti ma senza perdere di slancio.
6) Vigna del Brillo 2022 Dionigi: naso preciso, floreale ma soprattutto diretto verso il frutto tropicale, molto stimolante; al palato ha freschezza, precisione, allungo, finale avvolgente e fine.
7) Colle Sorragani 2021 Dionigi: andiamo sull’oro carico e intenso, è la versione che prevede l’uso del legno, ma senza che questo produca i soliti effetti vanigliati e boisé, vira invece su frutta candita, arancia, albicocca disidratata, croccantino (tostatura), miele di agrumi; bocca in cui si avverte un leggero velo tannico, sensazioni asciutte, secche, la frutta mantiene lo stesso profilo, finale di buona intensità che testimonia uno stile molto diverso dal Vigna del Brillo.
8) Montacchiello 2021 Tenuta di Saragano: oro luminoso, qui l’agrume è maturo e leggermente candito, una punta di miele di acacia e zagara, cenni di muschio; al palato ha freschezza, buona precisione, non manca di sapidità, si fa apprezzare per persistenza e profondità.
MONTEFALCO BIANCO DOC
9) Cortili 2023 Tenuta Alzatura (trebbiano spoletino): si passa ad altro vitigno, colore paglierino medio e lucente, profumi di fiori bianchi, pera, banana, pesca bianca; all’assaggio ha buona freschezza, frutto vivace, con buona presenza agrumata, slancio e discreta finezza.
10) Sperella 2023 Tenuta Bellafonte (trebbiano spoletino): paglierino intenso con riflessi dorati, naso preciso, il frutto è in equilibrio, maturo al punto giusto, la parte agrumata è molto contenuta a vantaggio di frutti più rotondi e non pungenti; bocca coerente, fresca, ben bilanciata, dalla beva davvero piacevole e fine.
11) 2022 Colle Ciocco (70% trebbiano spoletino, 20% viognier, 10% chardonnay): paglierino medio, torna l’agrume, poi la mela verde, leggero mango, sensazione generale piacevole ed equilibrata; al gusto è corrispondente, buona materia, si sente l’annata diversa e il contributo dei vitigni internazionali, finale pulito e piacevole.
12) 2022 Moretti Omero (trebbiano spoletino): paglierino intenso, attacco deciso, frutto maturo il giusto, pesca, ricorda mandorla e nocciola, non manca un contributo floreale; c’è buona pienezza espressiva, bocca vivace, dinamica, spingente, con buone prospettive future.
13) 2022 Tenuta di Saragano (trebbiano spoletino 70%, grechetto di Todi 30%): torniamo al dorato, naso piuttosto maturo, tende al frutto esotico, mango, papaya, ananas maturo, ma anche qualche cenno selvatico; gusto particolare, quasi atipico, acidità che deve ancora integrarsi completamente, percorso interessante che a mio avviso chiede ancora un po’ di tempo per trovare la perfetta definizione.
14) 2021 Scacciadiavoli (50% trebbiano spoletino, 30% grechetto, 20% chardonnay): oro luminoso, naso con una buona espressione di frutto, leggermente tropicale, ma anche pesca, leggera nocciola; al palato si sente un po’ l’annata calda nella percezione alcolica, a suo favore ha una materia ricca, di buona profondità e lunghezza e un finale che non manca di ampiezza e suggestiva sapidità.
15) Aria di Casa 2021 Tenuta Alzatura (trebbiano spoletino): paglierino intenso, naso non pulitissimo, leggermente sulfureo, il frutto è un po’ coperto; al palato ha maggiore definizione, anche se c’è un leggero squilibrio acido-maturo che non lega del tutto con il frutto, da seguire nei prossimi mesi.
16) Plentis 2020 Terre de La Custodia (60% trebbiano spoletino, 40% chardonnay): paglierino luminoso, l’apporto dello chardonnay è evidente nella trama olfattiva che tende a dare corpo al frutto, rotondità, riducendo l’effetto agrumato; al palato invece l’agrume si affaccia deciso, fresco, invitante, sapido, anche se per ora manca un po’ di ampiezza.
SPOLETO TREBBIANO SPOLETINO DOC
17) Trebium 2023 Antonelli: paglierino intenso, naso fine e preciso, il frutto si fonde a una componente floreale e leggermente speziata molto gradevole; al palato è coerente, diritto, fresco, senza concessioni o piacionerie, molto fedele a se stesso, e questo è un pregio.
18) 2023 Bocale: paglierino vivace, naso di pesca, susina, leggera nespola, papaya, agrumi gialli, curcuma; al palato è fresco, coerente, molto piacevole, espressivo, godibile, definito, viene voglia di berne ancora.
19) Rovicciano 2023 Conti Fabio: paglierino vivace, attacco sincero, piacevole, con un frutto ben espresso, direi anche più definito di precedenti versioni; al palato è coerente, molto diretto, senza orpelli, ha una rusticità naturale che lo rende particolarmente piacevole e succoso.
20) Poggio del Vescovo 2023 Ninni: paglierino medio, erbe aromatiche, salvia, alloro, sotto c’è l’agrume, direi scorza di limone, poi mela golden; palato corrispondente, fresco, fine, molto ben fatto, un’annata gestita bene, dove tutto sembra trovare una propria dimensione, finale lungo e coinvolgente, quasi salino, tra i più riusciti.
21) 2023 Perticaia: paglierino medio, naso didattico e forse un po’ carente di personalità e scioltezza espressiva, l’agrume è preciso ma “freddo”, mancano le sfumature, almeno questa è la mia impressione; al palato ha buona freschezza, stile corrispondente, un vino che non ha difetti ma meriterebbe di andare più a “briglia sciolta”.
22) 2023 Terre di San Felice: paglierino vivace, agrume diretto e appena maturo, al palato ha un’acidità spiccata che fatica a integrarsi con una polpa leggermente magra, anche se nel complesso il vino sa farsi apprezzare, chiede solo un po’ di tempo.
23) Campo de Pico 2023 Valdangius: paglierino luminoso, naso delicato, floreale, con un frutto appena maturo, tra cedro e pesca, leggera mandorla; sorso piacevole, preciso, con buona materia e freschezza, finale che tiene molto bene lasciando una sensazione sapida ed espressiva.
24) Tempestivo 2022 Colle Ciocco: paglierino intenso, naso di frutta esotica matura, passano i secondi e ringiovanisce (!), segno di un’annata che non manca di movimento; al gusto ha buona freschezza, non complesso ma piacevole, finale piuttosto asciutto ma non seccante.
25) Bagnolo 2022 Colle Mora: paglierino vivo, trama olfattiva che punta al frutto maturo senza esagerare, c’è la pesca, il mango, una punta di melone invernale; al palato è fresco, vibrante, succoso, molto convincente.
26) Avventata 2022 Cocco Ilaria: paglierino luminoso, naso che richiama una componente floreale interessante, leggero zafferano, camomilla, miele di acacia, poi frutta tropicale; interessante riscontro al palato, buona freschezza, integrata, preciso e coerente, sa farsi apprezzare.
27) Il Maritato 2022 Conti Fabio: paglierino vivace, leggermente ridotto al naso, fatica a liberarsi, la componente sulfurea si affaccia ripetutamente, peccato perché solitamente mi piace molto, affiora una sfumatura di caramella d’orzo; al palato va meglio, anche se una certa imprecisione espressiva c’è sempre, peccato, magari una bottiglia poco felice…
28) Benvenuto 2022 Conti Fabio: molto meglio il Benvenuto, senza difetti olfattivi, con un frutto ben espresso e una carica gustativa che ti coinvolge, fresco, sempre nel suo stile rustico, sincero, molto godibile, da berne a secchiate.
29) 2022 Le Cimate: paglierino luminoso, mandorla e agrumi, torna la nespola, un leggerissimo afflato di uva passita, al palato è fresco, piacevole, di buona intensità, finale sapido.
30) Fijoa 2022 Le Thadee: oro intenso, si sente la lavorazione in macerazione e l’uso del legno, molto particolare nell’espressione del frutto maturo, si coglie la noce, l’agrume candito, la nocciola, la papaya, cenni di zafferano e persino pizzichi di pepe nero; bocca intensa, burrosa, profonda, coinvolgente, un’interpretazione diversa che si fa notare per intensità e lunghezza, dallo stile unico e riconoscibile fra mille, sicuramente longevo.
31) Misluli 2022 Ninni (con un 10% di malvasia lunga): oro non troppo profondo, naso che esprime un bel frutto tornito, ma anche spezie dolci e mandorla tostata; in bocca è sorprendente per equilibrio e pulizia di frutto, l’acidità è integrata perfettamente, questo rende il sorso particolarmente gradevole e coinvolgente, difficile che i vini di Gianluca Piernera deludano.
32) Del Posto 2022 Perticaia: paglierino intenso, pesca gialla, ginestra, limone maturo; sorso pulito e progressivo, sensazioni perfettamente in sintonia con l’olfatto, altra interpretazione ineccepibile sul piano tecnico.
33) Le Tese 2022 Romanelli: oro luminoso, siamo alla frutta esotica (in parte sciroppata, in parte candita), albicocca, cedro, si fa strada un leggero sentore di idrocarburo, ma anche erbe officinali, coriandolo, non si può dire che manchi di carattere, del resto gli oltre due mesi a contatto con le bucce e 9 mesi sulle fecce fini non posso che dare corpo e ampiezza al vino, se la materia prima è di prim’ordine come in questo caso. Al palato conferma un timbro fuori dagli schemi, il frutto è asciutto, privo di dolcezze pur nell’evidente maturità espressiva, ha corpo, equilibrio e ottima persistenza, è il trebbiano spoletino secondo Denis Romanelli…
34) 2022 Scacciadiavoli: oro luminoso, naso giustamente maturo, si esprime in progressione, frutta tropicale, mandarino; bocca corrispondente, con buona spinta, profondità, una vena sapida arricchisce il finale.
35) Vigna Tonda 2021 Antonelli: altro vino particolare, ottenuto da selezione massale di vecchie viti maritate agli aceri, che ha goduto di una macerazione di 90 giorni in terracotta e ceramica; di colore oro antico, caldo, frutto tendente al secco, ananas, fico, noce, ma anche fior d’arancio; bocca coerente, meno matura di quello che ci si aspetterebbe, c’è trama salina e profonda, bella dinamica, molto interessante e di notevole finezza esecutiva.
36) Ermes 2021 Benedetti & Grigi: paglierino medio luminoso, naso di frutto maturo, non nitidissimo, c’è una leggera ossidazione; la ritrovo in bocca, in un contesto un po’ scisso e non del tutto chiaro, vino di difficile collocazione per il momento.
37) Filium 2021 Valdangius: torniamo sull’oro intenso e luminoso, al naso affiora una nota di zafferano, frutta candita, uva passita, ginestra, zenzero; all’assaggio è corrispondente, molto particolare, a mio avviso ancora molto giovane ma indubbiamente interessante, mi è sembrato anche più centrato della versione 2020.
38) +128+ 2020 Le Thadee: anche qui abbiamo un oro vivo, ma con venature verdoline, naso intenso, frutto maturo, nespola, ma anche fiori appassiti, sfumature di cappero, leggero idrocarburo, pepe bianco, camomilla; al palato è ben fatto, con un proprio carattere, la freschezza è viva e sostiene bene una materia suggestiva e articolata; certamente una delle migliori espressioni del trebbiano spoletino, da viti maritate a piede franco, il prezzo davvero elevato (attorno ai 100 euro) non lo rende un vino per tutti.
SPOLETO TREBBIANO SPOLETINO SPUMANTE DOC
39) Giovanni Bartoloni Dedicato a Te 2020 Le Cimate: si tratta di un metodo classico non dosato, campione unico presentato in versione spumante, prodotto dall’azienda dell’attuale presidente del consorzio di tutela Paolo Bartoloni. Ha colore paglierino brillante, perlage non valutabile semplicemente perché mi è stato versato da bottiglia aperta e quasi terminata, naso di erbe aromatiche, bosso, frutta secca, leggera crosta di pane; bocca corrispondente, di buona intensità espressiva, indubbiamente interessante, un ulteriore esempio della versatilità e delle potenzialità di questo vitigno umbro.
MONTEFALCO SAGRANTINO 2020 DOCG
1) Agricola Mevante: rubino cupo e impenetrabile, naso di prugna, marasca, liquirizia, ciliegia in confettura, bocca intensa, piccante, con tannino vivo e caratteristico, alcol importante che spinge verso sensazioni più mature.
2) Antonelli: granato di buona profondità, molto diverso dal precedente, qui il frutto è meno spinto, c’è meno concentrazione, più spazio al racconto che richiama l’amarena, la marasca, il gelso nero; sorso giovane, fresco, vivo, con tannino ben calibrato e frutto che non cerca morbidezze ma mantiene finezza, mentre l’alcol si nasconde molto bene.
3) 25 Anni Arnaldo Caprai: rubino non concentratissimo, naso di frutto maturo, prugna, cioccolato, liquirizia, una ventata di tabacco da pipa; bocca coerente, intensa, di buona profondità, tannino ben affusolato, torna il cacao, la liquirizia, il frutto maturo, effluvi di ginepro e cardamomo. Pur nello stile di casa Caprai, devo dire che oggi è meno fitto e punta più all’eleganza.
4) Valdimaggio Arnaldo Caprai: rubino con unghia granata, naso in equilibrio, il frutto è giusto, non esuberante e non stramaturo, al palato emerge di più la vena rotonda, ma c’è una buona armonia, leggermente più sottile del 25 Anni e proprio per questo apprezzabile senza timore di stancare.
5) Collepiano Arnaldo Caprai: granato con ricordi rubini, ancora più fine e preciso, qui emerge una vena di cuoio, pepe, chiodo di garofano, frutto bello vivo di mora matura; bocca intensa ma equilibrata, sapida, piacevole, materia ben gestita.
6) Bocale: granato di buona intensità, naso di mora, prugna, gelso, macchia mediterranea; sorso coerente, fresco, piacevole, per nulla appesantito, finale molto vivo e dinamico, carnoso, sapido, niente male.
7) Briziarelli: rubino di buona profondità, naso di ciliegia matura, prugna, amarena; all’assaggio ha freschezza, dinamica, scorrevolezza, tannino giovane ma di buona grana, finale sapido e stimolante.
8) Di Filippo: granato profondo, prugna, ciliegia nera, cacao, leggera liquirizia, una punta di chiodo di garofano; al palato ha freschezza, toni scuri, tannino ancora asciugante, ma la trama è interessante e con ottime prospettive future.
9) Etnico Di Filippo: granato con ricordi rubini, livrea dagli accenti selvatici, macchia mediterranea, cuoio, tabacco, prugna; bocca più rifinita del precedente, c’è materia ma ben gestita, la freschezza pulisce bene lasciando una sensazione balsamica molto piacevole.
10) Goretti: rubino intenso con cenni granata, naso appena dolce, maturo, prugna, marasca, leggero caffè; al palato è fresco, buona spinta, non pesante, generoso nel frutto, tannino non eccessivo.
11) La Veneranda: granato di buona intensità, naso non finissimo, piuttosto maturo con cenni selvatici, una sfumatura ossidativa, al palato conferma una condizione non ottimale, spinge sulla parte ossidativa, il frutto ne risente in definizione, potrebbe essere un problema di bottiglia…
12) Carlo Re Le Thadee: rubino cupo, naso di caffè, cacao, incenso, prugna e mirtillo, legno di liquirizia; impatto al gusto un po’ dolce, maturo, intenso e con un tannino ben gestito, nel complesso è un vino deciso ed equilibrato, indubbiamente ben fatto.
13) Lungarotti: rubino non concentrato, naso molto diverso dai precedenti, non spinge sul frutto maturo ma lo gestisce meglio, regalando maggior respiro olfattivo; al palato è interessante per la buona fusione dei suoi componenti, né il tannino né l’acidità si scompongono restituendo un piacevole equilibrio al sorso.
14) Montioni: rubino profondo e impenetrabile, naso non finissimo, il frutto è leggermente ammaccato, al palato emerge una maturità spinta, è in una fase difficile e alla ricerca di equilibrio.
15) Terra Cupa Romanelli: rubino granato non estremo, naso di prugna in confettura, poi si apre anche a note di macchia e terra umida; al palato ha freschezza che ritempra il sorso, tannino ancora vigoroso, frutto che ritorna maturo ma senza esagerare, finale che denota materia e profondità, da seguire nel tempo.
16) Scacciadiavoli: granato non concentrato, naso che non vira verso la confettura ma mantiene un profilo più fresco, si manifesta con delicata progressione lasciando spazio alla ciliegia e a ricordi di rosa appassita; in bocca conferma una tessitura interessante, con una materia giusta e ben dosata, venature pepate, finale giovane e ancora in leggera tensione, da aspettare.
17) Colle alle Macchie Tabarrini: granato con ricordi rubini, naso preciso, con un frutto ben espresso e non piacione, ogni suo aspetto affiora senza eccessi, c’è anche una componente floreale; bocca fresca, viva, stimolante, articolata, con il frutto che si accompagna a una delicata speziatura in un’atmosfera che tiene accesi i sensi.
18) Campo alla Cerqua Tabarrini: granato di buona intensità, simile al precedente, toni più selvatici, cuoio, bastoncino di liquirizia, prugna; sorso corrispondente, dai toni selvatici, stimolante, profondo, si potrebbe definire più maschile nell’incedere espressivo.
19) Il Bisbetico Domato Tabarrini: granato più evoluto dei precedenti, anche più trasparente, la componente selvatica c’è anche qui, una leggera riduzione, ma se al naso non è del tutto libero nell’esprimersi, al gusto parte con la marcia giusta, producendo un effetto vivo e avvolgente, con un tannino di rara grazia per la tipologia e un frutto maturo il giusto. Tanta sapidità nel finale, lungo e coinvolgente. Al momento il mio preferito tra i tre proposti.
20) Preda del Falco Tenute Baldo: granato non profondo, naso di prugna matura, leggero cioccolato alla ciliegia, anche amarena; al palato ha freschezza, tornano le stesse sensazioni, manca un po’ di ampiezza ma non è fatto male, certo la sensazione matura è un po’ precoce per l’annata, ma sappiamo che il sagrantino è un osso duro…
21) Carapace Tenuta Castelbuono/Lunelli: rubino con cenni granata, naso dolce, di prugna e ciliegia mature, cioccolato, spezie dolci, bocca dall’impatto fresco e al contempo maturo, un po’ dirottato, la sensazione è di un vino piuttosto lavorato, anche se non è fatto male.
22) Terre de’ Trinci: rubino di buona intensità, cenni selvatici, leggera ossidazione; al palato conferma una condizione non eccelsa, frutto molto maturo e acidità scomposta.
23) Terre di San Felice: granato di buona profondità, bouquet abbastanza fine dove si coglie la prugna, la marasca, l’amarena, cuoio, tabacco e humus; all’assaggio è coerente, di buona fattura, si sente ancora il legno ma c’è una buona gestione del tannino.
24) Vinum Dei Terre di San Felice: rubino di buona intensità, naso di prugna abbastanza fresca, erbe aromatiche, non finissimo ma dai tratti meno maturi; al palato però mostra qualche sbavatura di troppo, uno squilibrio che chiede tempo per trovare più coesione.
25) Fortunato Valdangius: rubino granato di buona profondità, bouquet ben espresso, prugna, marasca, mora, una ventata di rabarbaro; bocca viva, fresca, frutto maturo il giusto, buona profondità e finale privo di stucchevolezze.
Roberto Giuliani